UNCEM chiede di aumentare la quota del Servizio idrico integrato a beneficio dei territori montani

UNCEM chiede di aumentare la quota del Servizio idrico integrato a beneficio dei territori montani

Gli enti montani giudicano positivamente le risorse messe a disposizione, a partire dal 2015, per complessivi 2,5 milioni di euro, da ATERSIR (l’Agenzia territoriale dell’Emilia-Romagna per i Servizi idrici e Rifiuti) a beneficio delle Unioni montane

per realizzare interventi di manutenzione dei corsi d’acqua e delle aree sottese alle sorgenti e, per questo, chiedono di aumentarle per rendere ancora più efficaci e produttivi gli interventi stessi.
Questi fondi sono previsti nelle linee guida contenute nella delibera della Giunta regionale n. 933/2012, che hanno disciplinato le modalità e le finalità cui destinare una quota della tariffa del SII (Servizio idrico integrato) per la manutenzione delle aree di salvaguardia della risorsa idrica. In pratica, si tratta di tutti quegli interventi (sia ex-novo che manutentivi) per la tutela della risorsa idrica nel territorio montano, necessari, come recitano le linee guida regionali, “per garantire ed ottimizzare lo svolgimento delle funzioni di miglioramento dell’assetto idrogeologico, ambientale, ecologico e sociale proprio dei boschi o derivante dai medesimi. Analogamente le opere di sistemazione idraulico-forestale e di ingegneria naturalistica necessitano di una costante opera di manutenzione per mantenere o ripristinarne la funzionalità”. Interventi, dunque, ritenuti fondamentali per favorire la riproducibilità della risorsa idrica nel tempo ed il conseguimento di un più elevato livello di qualità del territorio montano.
E’ noto come la maggior quantità dell’acqua utilizzata per scopi idropotabili distribuita dal Servizio idrico si genera e si accumula negli acquiferi di montagna, fino ad alimentare le conoidi pedecollinari e di pianura. L’acqua è una - la più importante - delle risorse naturali di cui la montagna è ricca, che viene prelevata a beneficio di tutti. Si tratta, quindi, del riconoscimento dei “servizi ecosistemici” (“i benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano” secondo la definizione ufficiale) della montagna, presente anche nel recente “Collegato ambientale” alla Legge di stabilità dello Stato.
Una positiva esperienza, conquistata nonostante lo scetticismo e la contrarietà di molti, che conferma come sia possibile, quando esiste la volontà politica e la determinazione istituzionale, riconoscere fattivamente alla montagna il ruolo di mantenimento e salvaguardia delle proprie risorse naturali di cui tutti beneficiamo. 

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