Intervista al Presidente UNCEM Emilia-Romagna Pasini sulla rivista Comunità Montagna-Speciale Green Community

Intervista al Presidente UNCEM Emilia-Romagna Pasini sulla rivista Comunità Montagna-Speciale Green Community

Intervista (rilasciata a settembre 2024) del Presidente della Delegazione UNCEM Emilia-Romagna, Giovanni Battista Pasini, sulla rivista dell'UNCEM CM-Comunità Montagna, Speciale Green Community.

SONO TRE LE AREE DELL’EMILIA ROMAGNA FINANZIATE DAL PNRR CHE STANNO ATTUANDO STRATEGIE PER DIVENTARE VERE GREEN COMMUNITY. PERCHÉ, SECONDO LEI, È IMPORTANTE LA STRATEGIA?
Le GC portano a una rivoluzione metodologica, a lungo proposta da Uncem ma concretizzatasi solo nel 2021: quella di delineare una strategia, una linea d’azione capace di guardare avanti e di coinvolgere tutti gli attori attraverso una programmazione negoziata. Finalmente, viene superato il modello assistenziale, dando alle aree montane la possibilità di esprimere e concretizzare i propri reali bisogni, individuati attraverso una concertazione orizzontale, fondamentale per la definizione di piani di sviluppo locali che siano espressione autentica dei territori di riferimento. Un modello di autogoverno che, sforzandosi di superare i localismi, può dar vita ad una programmazione capace di mettere al centro le risorse endogene della montagna: acqua, aria e foreste in primis. Risorse che si trovano in gran parte immagazzinate nelle aree montane, ma la cui importanza travalica di molto i confini. Pensiamo all’acqua. In assenza di interventi di prevenzione e mantenimento, quella che è una risorsa a vantaggio di tutti può diventare causa di dissesto e allagamento anche del fondovalle, anche a fronte di fenomeni temporaleschi sempre più violenti. Ecco perché è importante che tutti compartecipino a queste spese, anche gli abitanti delle città apparentemente lontane dalle opere necessarie salvaguardia degli imbriferi, delle aree di alimentazione delle sorgenti, del reticolo idrografico. È il riconoscimento dei cosiddetti servizi ecosistemici, che vede riconosciuta la propria importanza nella strategia GC e che trova in Emilia Romagna un modello replicabile: attraverso una piccola percentuale nella tariffa idrica, tutti gli utenti del servizio, città comprese, compartecipano alle spese di mantenimento della risorsa nei territori in cui questa si forma e viene immagazzinata, cioè in montagna.

DI COSA HA BISOGNO OGGI LA MONTAGNA DELL’EMILIA ROMAGNA? QUALI PRIORITÀ AVETE CONDIVISO CON LA REGIONE?
Si va verso le elezioni anticipate: per questo, stiamo lavorando a una piattaforma di proposte per ripartire, facendo tesoro di alcune esperienze preziose come il patto per il clima e il lavoro e mutuando l’esperienza regionale sui territori a livello di Unione con Patti per lo sviluppo territoriale locale. Negli ultimi anni, siamo riusciti a frenare molto lo spopolamento delle aree marginali, ma occorre continuare a scongiurare il fenomeno investendo con la Regione sui servizi alla popolazione partendo dagli asili nido, dalla scuola, ai servizi sanitari e sociali. Ancora: alla viabilità, all’accesso alla banda larga creando, al contempo, occasioni di socialità, intrattenimento e permanenza in montagna, ad esempio investendo sull’impiantistica sportiva. Importantissimo anche lavorare a un piano di riordino territoriale, aumentando le risorse destinate alle Unioni, per il potenziamento e la stabilizzazione delle funzioni associate.

QUALI ISTANZE PORTA SUL TAVOLO DEL GOVERNO INSIEME CON UNCEM NAZIONALE?
La lista delle istanze avanzate da Uncem Nazionale è lunga e in continua evoluzione. In primis, chiediamo con urgenza la quantificazione delle risorse PNRR rimaste inutilizzate e di quelle ancora utilizzabili, in relazione alla quali ci sono molte iniziative meritevoli e immediatamente realizzabili. Chiediamo di rivedere i parametri adottati con decreto legge del 30 aprile che esclude, di fatto, i piccoli comuni dai finanziamenti per gli asili nido che sono, al contrario, fondamentali per contenere lo spopolamento dei territori marginali. Guardando avanti, proprio perché le GC sono una strategia, occorre un impegno per garantirne continuità, con riflessioni che vadano oltre le singole programmazioni. Poi, ci sono le proposte per le quali Uncem si batte ormai da anni. Partiamo da una fiscalità di contrasto allo svantaggio per gli esercizi commerciali di prossimità nei territori montani dove, a costi di gestione maggiori, fanno da contraltare volumi d’affari quasi sempre minori. Questi negozi hanno valore immenso come luoghi di comunità: un valore che gli abitanti dei piccoli centri conoscono bene, ma che non può gravare per intero sui commercianti. Serve, inoltre, una legge forestale nazionale che affronti anche il tema delle proprietà silenti, con la possibilità di intervenire su quei terreni in stato di abbandono che sono spesso alla base di incendi e fenomeni di dissesto. E ancora. La totale restituzione ai piccoli comuni montani del gettito derivante dall’IMU, che permetterebbe di dare respiro ai comuni montani dove la gran parte degli immobili è rappresentato da seconde case: possibile che in molti casi quasi il 30 per cento dell’IMU versata venga trattenuta dallo Stato centrale?

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