SINDACI DELLA MONTAGNA - La parola al sindaco di Bagno di Romagna, Marco Baccini

SINDACI DELLA MONTAGNA - La parola al sindaco di Bagno di Romagna, Marco Baccini

Questa volta torniamo sulla montagna romagnola e diamo la parola al sindaco del Comune di Bagno di Romagna (FC), Marco Baccini.

Può tracciare in poche righe un profilo del suo Comune “in positivo”?
Il Comune di Bagno di Romagna è un comune montano, situato nell’Appennino Tosco-Romagnolo al confine con la regione Toscana, in quel territorio anche conosciuto come “Romagna Toscana”. Ha una rilevante estensione territoriale di 233 Kmq, che comprende aree boschive di pregio, tra cui la prima zona riconosciuta a livello europeo come Area wilderness di “Fosso del Capanno” e un ampio territorio all’interno del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi Monte Falterona e Campigna, che comprende anche la Riserva integrale di Sasso Fratino, che ha ricevuto nel 2017 il riconoscimento di Patrimonio Unesco. Nel territorio comunale rientra anche l’invaso della diga di Ridracoli, seconda a livello nazionale, che alimenta il sistema idrico integrato della Romagna, da Ravenna a Rimini.
Bagno di Romagna è un rinomato borgo termale, con tre stabilimenti di eccellenza che rappresentano il fulcro di un’accoglienza turistica variegata basata sul turismo slow, su un parco laghi immerso nella natura incontaminata e sull’enogastronomia tipica, rappresentata da una serie qualificata di strutture che vanno dalle osterie sino ai livelli più alti dei ristoranti stellati.
La popolazione conta 5.750 cittadini residenti, uniti da un forte legame identitario e da profonde radici storiche, che ne fanno una comunità solida e solidale.

Di contro, quali sono i principali problemi che affliggono il suo Comune?
Come ormai tutti i Comuni del Paese Italia, risentiamo di un progressivo spopolamento, aggravato dalla condizione di essere un Comune montano di periferia. Nonostante sia ancora presente un tessuto economico attivo e intraprendente, il fenomeno dello spopolamento è una delle maggiori criticità, che potrà trovare soluzione solo attraverso un sistema di riforme e di politiche ad ampio raggio che devono porre la montagna quale settore da valorizzare. Politiche di fiscalità di sostegno, potenziamento della sanità di territorio, rafforzamento dei servizi sociali, avvio di sistemi innovativi di formazione professionale collegati al mondo dell’impresa, sono solo alcune necessità di cui la montagna ha bisogno. A ciò, si aggiunga la necessaria manutenzione del territorio e delle infrastrutture, non solo in ottica di prevenzione dai fenomeni di dissesto idrogeologico, ma di sviluppo sistemico di servizi per residenti, aziende e turisti. In questo ambito, si inserisce anche i superamento del digital divide e delle connessioni, quali strumenti per traguardare uno dei più grandi problemi che sta coinvolgendo la montagna nel suo insieme.

Quali sono gli interventi prioritari per risolvere questi problemi? In quale direzione state lavorando? Servirebbero risorse esterne?
Al fine di rigenerare il patrimonio ed i servizi pubblici a favore delle varie fasce della popolazione e dell’economia, abbiamo avviato una serie di progetti strategici, che vanno dalla riqualificazione delle strutture scolastiche alla riqualificazione dei centri storici nell’ambito di un programma di rigenerazione urbana, fino alla riqualificazione delle strade comunali e all’implementazione di servizi turistici. Un programma che si fonda necessariamente sull’attrazione di risorse regionali, statali ed europee, che rappresentano indispensabili attivatori di progetti per tutti i piccoli Comuni.
Sono molte e diverse le sfide che coinvolgono il nostro Comune, non solo strutturali, ma anche sociali e istituzionali. Un rafforzamento della sanità di territorio, con il potenziamento dell’ospedale Angioloni di San Piero in Bagno in un’ottica di reticolo del sistema sanitario generale, il potenziamento dei servizi socio-assistenziali di domiciliarietà, per citarne alcuni. Non secondaria, poi, una riorganizzazione innovativa dei servizi della P.A. in un’ottica di sinergia con i Comuni montani limitrofi, attraverso la creazione di un Ambito montano specifico all’interno dell’Unione Valle Savio, quale erogatore di servizi e incubatore di capacità progettuali.

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